Kepler Cheuvreux ha ridotto da 0,45 a 0,4 euro il prezzo obiettivo sul titolo Tim, confermando la raccomandazione buy. Gli analisti evidenziano le prospettive deboli del piano industriale standalone, “con forti cali dell’Ebitda nel 2022” e nessuno spazio per dividendi. La guidance però non tiene conto dei possibili benefici della proposta separazione strutturale, che potrebbe sprigionare valore, ricorda Kepler Cheuvreux.
TIM – Fronteggia richiesta di danni per 2,6 mld da Open Fiber
Tim dovrà affrontare una pretesa risarcitoria per 2,6 miliardi nella causa relativa al presunto abuso della sua posizione dominante escludente nei confronti di Open Fiber. È quanto emerge dal bilancio 2021 del colosso delle telecomunicazioni.
A marzo 2020 Open Fiber ha avanzato dinanzi al Tribunale di Milano una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi per danni. Le presunte condotte contestate consistono in investimenti pre-emptive in reti FTTC nelle aree bianche; avvio di azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel; repricing strumentale di alcuni servizi all’ ingrosso; offerte commerciali di lock-in sul mercato retail; comunicazione di informazioni false all’ AGCom, in sede di approvazione di una offerta wholesale, e diffusione di voci circa un interesse di TIM ad acquisire OF; discriminazione nelle condizioni di accesso alle infrastrutture passive di TIM.
Tim si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di OF. Enel è intervenuta chiedendo di condannare TIM al risarcimento di tutti i danni patiti e patendi dalla stessa Enel e da OF. Nel corso di causa, il predetto importo è stato incrementato portandolo a 2,6 miliardi di euro.
Tim: sulla rete spuntano nuovi fondi, anche Gip
Alcuni grandi fondi infrastrutturali sarebbero interessati alla futura NetCo di Tim. Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che il tema più rilevante resta principalmente uno: chi farà la separazione tra la società dei servizi e la rete. Kkr, quando ha lanciato l’offerta a novembre, pensava di farlo tramite una Tim delistata da Piazza Affari ma l’operazione è stata in qualche modo superata dal piano di Labriola, che prevede una ServCo e una NetCo.
Proprio in questo quadro, una prosecuzione delle interlocuzioni fra Tim e Kkr dovrebbe puntare, secondo informazioni raccolte dal Sole 24 Ore, a un impegno di Kkr nella società della rete NetCo frutto del piano targato Labriola, proprio in vista di quest’ultimo piano – e anche evidentemente immaginando che possa giungere al traguardo il progetto di rete unica con l’unione degli asset di Tim e Open Fiber (partecipata da Cdp al 60% e da Macquarie al 40%) – che si sarebbero palesati alcuni nuovi fondi infrastrutturali.
A quanto risulta al Sole 24 Ore avrebbe avuto contatti con Cdp (anche azionista al 10% di Tim) il gruppo infrastrutturale statunitense Global Infrastructure Partners (Gip), tra i più potenti al mondo e con una capacità di investimento in termini di equity su un unico deal di svariati miliardi. Gip, che in Italia ha già realizzato in passato l’operazione sui treni Italo, per ora si sarebbe soltanto informato con la Cassa sulle possibili future opportunità di investimento nella rete, anche in relazione alla creazione di NetCo. L’interesse iniziale di Gip è comunque indicativo di un fermento che sta progressivamente aumentando tra i grandi investitori internazionali.
La stessa Cdp, che contattata non ha commentato le indiscrezioni, starebbe avendo in queste settimane discussioni con Kkr e con il gruppo infrastrutturale australiano Macquarie per discutere del progetto di creazione di rete unica. Il piano di suddivisione di Tim in due realtà, in ServCo (la newco dei servizi Noovle, Olivetti, Telsy, il mobile, il business e consumer e Tim Brasil) e NetCo (la società della rete gli asset fissi, le attività wholesale e Sparkle) ha comunque cambiato le carte in tavola. Alcuni private equity che da tempo stanno analizzando il dossier Tim, avrebbero cambiato l’approccio all’operazione. Il fondo Cvc è da oltre un anno che sta alla finestra sull’ex-monopolista e, secondo alcune indiscrezioni, era dato come possibile candidato a una contro Opa assieme a Vivendi. In realtà questa ipotesi appare oggi ormai superata. Cvc, in realtà, potrebbe essere interessato a singoli asset della ServCo, come ad esempio il Brasile.
Infine, le interlocuzioni fra Tim e Dazn per rivedere il minimo garantito di 340 milioni annui (di Tim a Dazn) sono ancora in corso. Ma a quanto risulta al Sole 24 Ore la via del mancato accordo prende sempre più quota. Il che vorrebbe dire andare per carte bollate.
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