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Ecco perché la comunità Lgbtq+ investe diversamente

La banca svizzera ha preso in esame i fattori che caratterizzano la comunità Lgbtq+ e hanno disegnato i diversi bisogni di risparmio e di investimento.

Famiglia, incertezze sul lavoro, cure sanitarie, vita in città e longevità sono i fattori che differenziano le scelte Lgbtq+ negli investimenti. Secondo la banca svizzera Ubs i membri della comunità Lgbtq+ (acronimo riferito a persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer; il plus indica una serie di altri soggetti tra cui asessuali e intersessuali) tendono a rendersi indipendenti prima dalle famiglie di origine, oltre a dover provvedere a come poter tutelare il futuro della compagna o del compagno, perché in molti Paesi mancano leggi adeguate. «Gli investitori Lgbtq+ – si legge nel report Ubs – potrebbero essere costretti a diventare finanziariamente indipendenteprima di altri. Costruire un programma che consenta una liquidità sufficiente per coprire le spese quotidiane può quindi essere importante».

Gli analisti sottolineano, poi, che nei casi in cui «manca una famiglia alle spalle» diventa anche più complesso intraprendere attività professionali autonome o imprenditoriali. La famiglia, infatti, spesso è la prima fonte di reperimento di capitali in caso di avviamento di nuove attività o di startup. L’incertezza sul lavoro dipendente dovuta ai pregiudizi potrebbe portare poi a un licenziamento: negli Usa la metà della comunità Lgbtq+ e in Uk un terzo preferisce non far sapere sul lavoro delle proprie scelte private, sottolineano da Ubs. «Essere Lgbtq+ può significare avere meno opportunità di impiego a livello globale, perché una settantina di Paesi al mondo, ad esempio criminalizzano la comunità Lgbtq+ e nella maggior parte dei Paesi non hanno l’uguaglianza matrimoniale» osservano gli analisti di Ubs, aggiungendo: «Economicamente, la popolazione Lgbtq+ vive in un mondo più piccolo con meno opportunità di quelle esistenti per i non Lgbtq+».

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